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Nella ricorrenza del settecentesimo anno della mortre di Dante, numerose e varie sono state le iniziative per celebrare la figura di questo gigante della cultura, padre indiscusso della nostra lingua. Noi, considerandolo come uomo del suo tempo, ci siamo chiesti: cosa mangiava Dante Alighieri?
Questo inimitabile poeta, profondo conscitore di filosofia, teologia e astronomia, mostra un attegiamento un pò indifferente per la enogastronomia. I riferimenti a quest’arte (perchè tale è se coltivata con passione e perizia) in tutti i suoi copiosi scritti occupano una parte irrilevante e ci offre scarni riferimenti. Dobbiamo pensare che non amasse troppo la buona tavola e si nutrisse con cibi preparati secondo le ricette semplici di uso comune. Parco nel mangiare, critica aspramente chi ama troppo il cibo. Basti pensare al personaggio di Ciacco in contrato nell’inferno “per la dannosa colpa della gola”!
Vi offriamo quindi una visione più aperta dei cibi, delle bevande e dell’uso di piatti e stoviglie nel medioevo. Realizzeremo insieme alcuni preparati con le erbe, i frutti e le spezie e vedremo come era organizzata una tavola medievale (all’uso dei popolani e dei signori).
Nei piccoli borghi, come nelle grandi città, il mercato era il centro della vita della comunità ed era collegato strettamente alla gastronomia. Qui si facevano gli affari, si amministrava la giustizia, si tenevano le assemblee e si ordinavano le congiure e le sommosse. Al mercato si trovavano esposti: viveri, spezie, animali, dolciumi, ma anche stoffe, cuoio e molti prodotti ceramici.
Nella nostra Città, la tradizione del mercato è sempre stata molto viva. Moltissime erano le piazze dedicate alla vendita dei prodotti alimentari e tantissime le botteghe artigiane.
Ma non tutto quello che veniva servito nelle mense dei medievali veniva acquistato nei mercati; molto proveniva dalla produzione personale oppure dalla caccia o raccolta nei prati e boschi.
Il cibo ha avuto un ruolo centrale nella storia dell’umanità. Parlare dell’alimentazione nel Medioevo significa affrontare un aspetto fondamentale della società del periodo, in cui a brevi fasi d’abbondanza si alternano periodi di carestia.
Nella giornata di oggi parleremo delle ricette e dei cibi che presumibilmente Dante avrebbe potuto mangiare nelle corti tra Firenze, Roma ma anche Napoli o Venezia, chiedendoci cosa gli piaceva mangiare e cosa offriva la tavola del suo tempo.
Ma, come abbiamo detto, era solito mangiare anche nelle taverne e quindi possiamo vedere anche le ricette dei popolani meno sfarzose ma comunque ricche di molti e variegati ingredienti.
Vedremo come venivano trattate e conservate le pietanze, soprattutto le erbe, e come venivano servite a tavola e quali erano le stoviglie utilizzate per la cottura e quelle per i banchetti.
Parleremo dei ricettari che ci hanno lasciato i cuochi del Trecento dai quali possiamo dedurre come fossero l’alimentazione, i gusti e l’apparecchiatura della tavola.
È opinione comune che la cucina medievale fosse rozza e poco raffinata; che si riversasse sugli alimenti un quantitativo enorme di spezie per coprirne l’odore e il sapore di avariato; che le persone si cibassero esclusivamente di carni arrostite su grandi fuochi, magari un po’ troppo sanguinolente o al contrario ridotte a dei pezzi di carbone. Ma non è così.
Il gusto dell’epoca prediligeva la sovrapposizione dei sapori, tipico è il caso dell’agrodolce, e il largo uso dello zucchero e delle spezie, ma il tutto finalizzato ad una ricerca costante di sapori, colori, abbinamenti, per dare il massimo piacere possibile.
La tavola di chi vive dei prodotti della terra non può non prevedere la presenza delle verdure dell’orto, dal cavolo alle zucchine, dalle cipolle agli spinaci. Piatto consueto sono, infatti, le zuppe di verdure di stagione, spesso mescolate ai legumi: ceci, fave, lenticchie, facili da essiccare e ricche di proteine, accompagnano frequentemente i pasti sostituendosi alla carne. Essa, in prevalenza bianca, è destinata ai giorni di festa: polli, galline, qualche coniglio rappresentano l’unica variante più sostanziosa per la classe dei lavoratori della terra. Le erbe aromatiche, tipiche dell’area mediterranea, dal timo al rosmarino, dalla nepitella al basilico, insieme al poco grasso e all’olio arricchiscono queste semplici pietanze, che stanno alla base dell’alimentazione contadina.
….. e ricordati di pulirti la bocca prima di bere dal bicchiere.
E’ questa una delle raccomandazioni che nel tardo 1200 un anziano signore da ad un giovane che vuole ben figurare nell’alta società dell’epoca. Consiglio che tutto oggi vale, e che ha passato indenne il corso dei secoli. Infatti già nel Medioevo vengono codificate una serie di regole di buona educazione a tavola.
Per ogni commensale veniva posta una ciotola di ceramica o di legno stagionato dove era servita la zuppa o qualsiasi piatto a base di brodo. Un secondo e un piatto piano era messo sotto alla ciotola, e poteva essere sia di ceramica che di legno. In alcuni casi si utilizzavano dei piatti fatti di un pane speciale chiamati Mense ( da qui la nostra parola mensa!).
Infine veniva messo a disposizione del commensale un cucchiaio e era cura dell’invitato portarsi un coltello.
Ogni due persone era posto un boccale da cui sorbire le bevande.
All’interno della Torre Julia de Jaccopo sono eposti e conservati acuni degli oggetti usati per apparecchiare la tavola.
Acuni sono oggetti di uso comune, altri utilizzati come oggetti ornamentali. Troviamo ciotole e brocche dipinte in ramina e manganese, decorati con motivi vegetali, geometrici, stemmi araldici e figure umane.
Appuntamento presso il Museo della Città, Civico e Diocesano di Acquapendente, Via Roma 85
PRENOTAZIONE ENTRO IL GIORNO PRECEDENTE!
EVENTO GRATUITO
Evento gratuito per “Progetto realizzato con il sostegno della Regione Lazio per Biblioteche, Musei e Archivi – Piano annuale 2021, L.R. 24/2019”.
PER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI entro le ore 18.00 del giorno precedente
Coop. L’Ape Regina
15.00 – 16.30 raccolta delle erbe medicinali e mangerecce
16.30 – 17.15 visita museo alla sezione dedicata alle maioliche arcaiche del Museo della città
17.15 – 17.45 realizzazione di alcuni semplici preparati
17.45 – 18.30 degustazione